CLAUDE BARBIER & Cie. Dans les Dolomites avec Claude Barbier, Heinz Steinkötter, Dietrich Hasse et Rudi Comploj, étés 66 et 67

Alberto Salvagno

Estati 1966-1967
E’ andata così : che Carmela è una mia amica d’infanzia e che Carmela a quei tempi era la compagna di Claude Barbier.
Lui è un noto scalatore belga nato a Etterbeek nel 1938 e morto il 27 maggio 1977 a Freyr, sulle Ardenne, durante una banale esercitazione di palestra.
E’ tuttora considerato uno degli scalatori solitari più audaci e preparati che mai siano esistiti.
Solo sulle Dolomiti aprì una quarantina di vie nuove.
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Insomma nel 1966, a fine luglio, Carmela mi convinse di salire con lei a piedi da San Lorenzo in Banale al Rifugio Silvio Agostini, situato a 2400 metri nella parte meridionale delle Dolomiti di Brenta.
Una scarpinata di otto ore con un dislivello di 1700 metri.
Lì l’aspettava Claude Barbier che con Heinz Steinkötter e Dietrich Hasse aveva in programma di aprire una nuova via sulla Cima d’Ambiez.
Carmela sul Brenta l’aveva raggiunto anche l’anno precedente quando il 30 agosto 1965 aveva aperto una nuova via sulla parete nord-ovest di Cima Tosa con Jean Bourgeois.
Purtroppo di tutta quella bellissima esperienza mi sono rimaste solo poche sequenze perché giunti al rifugio la cinepresa 8 mm si guastò e finì che per la rabbia riesposi anche una mezza bobina.
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L’estate dopo – sempre trascinato da Carmela – mi ritrovai con Claudio in occasione di una escursione sul Grande Cir, nella bella catena dei Pizzes da Cir che si affaccia sulla Val Gardena.
Con lui c’era anche lo scalatore Rudi Comploj, indigeno della valle, che Claude – alpinista dal carattere difficile e dalla complessa personalità – stava « assaggiando » – credo – per vedere se valesse la pena coinvolgerlo in qualche impresa più impegnativa.
Con noi era venuto anche il nostro amico e conterraneo Paolo.
Ci demmo appuntamento sulla vetta, dove ovviamente noi arrivammo attraverso la ben poco impegnativa arrampicata consigliata ai bambini, mentre Claude e Rudi – ovviamente – optarono per un sesto grado di tutto riposo.
All’incontro giunsero esibendo molto criticamente un chiodo trovato in parete, nell’ambito della tipica polemica di Claudio contro chi faceva un uso troppo spregiudicato dell’arrampicata artificiale.
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Poi di Rudi non seppi più nulla se non che un giorno morì sul Catinaccio durante una facile ascensione. Ho rovistato in internet ma non ho trovato nessuna traccia di questa notizia.
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Alberto Salvagno

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