2011 – « Sotto il tetto gigantesco – Cima Ovest » di Matti Jokinen (Alpinismo)

Poichè era impossible da trovare compagni di cordata nel mio proprio paese, ho dovuto studiare ardentemente le lingue straniere. Potrei gestire abbastanza bene in svedese ed in tedesco, che abbiamo studiato nella scuola superiore. Ora il francese e l’ italiano hanno cominciato ad avere familiarità anche. Più tardi ho imparato lo spagnolo e un poco di russo. Ho fatto le ascensioni con gli amici di 20 paesi differenti, parlando quasi sempre la lingua madre del mio socio. Una buon’ opportunità è stata offerta dal governo francese, che ha invitato alpinisti stranieri ad una riunione per tre settimane in Chamonix, tutte spese pagate. Quello è accaduto parecchie volte negli anni sessanta.

In Cortina ho ottenuto molti buoni amici fra i ‘ Scoiattoli ‘, società famosa degli arrampicatori e delle guide di montagna. Ci era Ettore Costantini, che aveva fatto la prima ascensione del pilastro estremamente difficile di Tofana in 1944. Aveva danneggiato l’ altro occhio, che lui ha reso lo sguardo molto selvaggio, come Peter Lorre nei film. Mi ha dato buoni consigli per quanto riguarda l’ itinerario del Pilastro, che si è transformato nella mia mente come l’ obiettivo principale seguente da quel giorno in avanti. Claudio Zardini e Candido Bellodis, che hanno forgiato per me chiodi lunghi speciali ed cunei di legno di frassino. Alcuni di questi possono essere visti 40 anni più tardi  sull’ itinerario Finlandia del Torre Grande. Con Beniamino Franceschi ho fatto la Via Miriam nel gruppo di Cinque Torri, che finora ho reso almeno a cinque volte.

Lino Lacedelli della fama K2 mi ha dato consigli per l’ uso delle staffe. Non le ho usate molto, ma provato ad arrampicare ‘ liberamente’ i passaggi difficili, usando, se inevitabile, chiodi come prese e appigli. Lino mi ha detto che dovrei utilizzare preferibilmente staffe per risparmiare forze. Con Gualtiero Ghedina allora abbiamo provato a fare ‘ il Direttissima Scoiattoli ‘, l’ itinerario più difficile nei dintorni di Cortina. Dopo i problemi nell’ inizio tutti vadano abbastanza bene fino agli ultimi tratti dell’ itinerario, quando una tempesta e una pioggia improvvise ci hanno incitati a discendere rapidamente.

Ogni estate quando sono arrivato in Cortina ho trovato i miei amici nelle strade. Egli hanno desiderato sentire le ultime notizie dell’ Europa del Nord, mi hanno raccontato gli nuovi avvenimenti delle Dolomiti e mi hanno invitato ad un vaso di vino in un bar più vicina. Mentre altri amici si sono comparsi noi siamo andati al bar seguente ed habbiamo ordinato ancora un vino o birra. Era virtualmente impossible per me a offrire bevande ai miei amici, sempre hanno insistito per pagare la fattura. Se Albino Michielli fosse avanti, la nostra sera era continuata abbastanza tardi, come a lei ha gradito molto bene il vino rosso. A volte abbiamo dovuto mostrare l’un all’ altro come avevamo fatto tali e tale sporgenza nelle montagne arrampicando alle pareti vicine di case o il basamento della torretta della chiesa.

I miei amici italiani hanno dovuto lavorare durante l’ estate e potrebbero arrampicarsi soltanto le fine settimane ed non sempre neanche allora. Così ho dovuto cercare compagni altrove. Una volta che ottenessi la parola che un scalatore belga solitario stava rimanendo nella capanna di Dibona sotto la parete di Tofana. Naturalmente sono andato immediatamente là ed ho trovato il tipo giovane fuori della capanna. Ha desiderato attacare immediatamente il Pilastro di Tofana, ma appena ero arrivato ed ero corto di addestramento. Lui non era interessato nei progetti preliminari ed ha spiegato che lui potrebbe andare tutto il tempo come capocordata. Poichè questo non era assolutamente al mio gusto, era evidente che non formeremmo una cordata.

Il giovane belga era forse troppo forte e dominante compagno di corda per me. Un paio di anni più tardi lui ha fatto una impresa molto sorprendente e finora mai realizzata nelle Dolomiti: ha arrampicato le facce nord di Cima Ovest, Cima Grande, Cima Piccola, Punta Frida e la via Preuss della Cima Piccolissima – durante un giorno e da solo!  Appena devo dare il suo nome, così ben noto è : Claudio Barbier.

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